Comprare casa è per noi Italiani, più’ che per altri cittadini Europei un sogno che percorriamo fin da quando iniziamo a guadagnare i primi soldi.
Non so voi, ma io sono nata vissuta e cresciuta sempre nella stessa casa. Comprare casa per i miei genitori è stato il primo passo per “metter su famiglia” e molti dei miei ricordi d’infanzia sono legati a quel luogo.
Mentre in Italia un italiano su quattro vive in una casa di proprietà, In Germania solo il 52% in Francia il 64% e in UK il 63%. Ci superano invece la Polonia la Romania e la Spagna.
comprare casa – come orientarsi nella ricerca
Il mio non vuole essere un vademecum alla “Tecnocasa” ma piuttosto un aiuto a mettervi un paio di occhiali che vi facciano valutare pro e contro di una casa, dal punto di vista delle finiture e dei lavori che saranno necessari.
Questo vi permetterà, durante la visita di un appartamento, di essere obiettivi e sopratutto consapevoli prima di comprare casa.
Gli elementi da valutare durate una visita sono cinque:
- esposizione
- pavimenti
- pareti
- infissi e porte
- impianti
1. L’esposizione quanto è importante
Mia madre dice sempre che se mai cambiasse casa opterebbe per un attico, seppur la casa dove sono nata e cresciuta abbia una splendida vista sul parco, il primo piano e i pini marittimi non aiutano la luce naturale.
Partiamo dai fondamentali: Il sole sorge ad Est e tramonta ad Ovest.
Una casa a Sud sarà piu’ luminosa e calda in inverno, ma lo sarà anche l’estate . E’ vero il contrario per un’esposizione a Nord dove l’estate potremo godere del fresco, ma l’inverno di poca luce e tepore.
L’ideale quindi sarebbe avere almeno una doppia esposizione, se non tripla, cosi da poter distribuire le stanze sfruttando al meglio la luce. Avere più’ affacci, agevolerà anche la ridistribuzione degli ambienti, qualora ce ne fosse bisogno.
2. Pavimenti – a volte nascondono delle sorprese
Quando sono entrata nella casa che sarebbe diventata di li a qualche mese la nostra nuova abitazione, sono rimasta fortemente colpita dalla diversità di pavimenti presenti. Dalla moquette in bagno, al parquet industriale, al molto discutibile linoleum con finitura finto sughero nella cucina.
In ogni stanza i pavimenti originali erano stati coperti con anonime finiture di poco pregio.
Se negli edifici anni ’50/60 sarà facile ritrovare i marmittoni di veneziana rettangolari, dal bianco al rosso Verona al nero, in quelli degli anni 20/40 potreste trovare le marmette in cemento colorate, con bellissimi decori geometrici.
Andando ancora piu’ indietro, negli appartamenti degli anni 10′-20′ i pavimenti venivano realizzati in opera, con la tecnica del “terrazzo veneziano”.
Il mio consiglio è mai fermarsi alle apparenze, guardate sempre se ci sono “salti di livello” tra l’ingresso e il resto della casa, o rompitratta in ottone (le classiche piaggete ferma moquette) tra una stanza e l’altra, perchè sotto un’orrore si potrebbe celare un piccolo tesoro!
3. Pareti portanti, tramezzi o pareti collaboranti come riconoscerli prima di comprare casa?
Anche per le murature, ogni epoca ha avuto la sua tecnica di costruzione. Negli edifici dell’800 le pareti erano tutte portanti realizzate con mattoni pieni, mentre dagli anni ’50 in poi la maglia puntiforme (travi e pilastri in cemento armato) è quella predominante.
Come riconoscere una parete? In quella portante la dimensione è sicuramente il primo elemento da considerare, almeno 30 cm di mattoni pieni o misti, mentre il tramezzo è di solito realizzato in mattoni forati e non supera i 10-12 cm.
Esistono poi le pareti “collaboranti”, tipiche degli edifici dei primi del ‘900; sono tramezzi realizzati in mattoni pieni che si possono demolire non prima di aver “puntellato” il solaio per sostenere l’assestamento della struttura.
Se il vostro desiderio è quello di riorganizzare una casa studiando nuovi spazi che incontrino le vostre esigenze, orientatevi verso un edificio “moderno” perché la struttura con travi e pilastri è sicuramente più’ flessibile. Un edificio dei primi del ‘900 ha un fascino diverso, sarà meno plasmabile dal punto di vista funzionale, anche se piu’ semplice da ristrutturare perchè non serviranno troppe demolizioni.
E se invece intendete “radere al suolo” come ho fatto io per ottimizzare gli ambienti, valutate sempre la tipologia di rivestimento delle pareti. Mentre piastrelle o carta da parati possono essere smaltite insieme ai calcinacci, il legno deve essere smantellato e gettato separatamente, creando un sovrapprezzo sia per i tempi che per i costi della discarica.
4. Infissi e porte nuove o originali?
Neanche a dirlo che nelle case dei primi del ‘900 gli infissi in legno con gli scuri e le persiane creano un carattere che difficilmente otterremo con una finestra di nuova produzione. Ma se nel comprare casa l’esigenza è di tipo energetico , la soluzione è quella di sostituire i vetri con il vetrocamera, per aumentare l’ isolamento acustico e termico. In alternativa si può’ sostituire l’infisso , verificando però se si possono mantenere i controtelai.
Un mio errore di valutazione infatti, è stato quello sugli infissi della nuova abitazione, in ferro con la struttura murata come spesso accadeva negli anni ’50. Cambiarli significa quindi:
- smurare il tutto e dover comprare non solo le finestre ma anche i controtelai aumentando le spese
- scegliere un profilo coprifinestra, che va a coprire interamente l’infisso esisente risparmiando ma ridicendo la luce della finestra
Per le porte la scelta è molto piu’ semplice. Dagli anni ’50 in poi nell’edilizia di pregio le porte erano realizzate in tamburato di legno, mentre la versione economica vedeva porte con la specchiatura centrale in compensato o piu’ belle, in vetro zigrinato. La piccola gioia, nel mio caso, è stata quella di aver trovato delle maniglie originali in ottone pieno, e alcuni vetri da poter riutilizzare.
Osservate bene quindi, porte e finestre perché recuperarle dona sempre un tocco di carattere e di poesia ad una casa, anche quando l’impostazione sarà decisamente contemporanea.
6. Impianti
Poco c’è da dire sull’impianto elettrico, perchè si tratta di dover seguire le normative vigenti e su questo non ci sono opzioni.
L’impianto termico invece offre varie strade. Il recupero dei bellissimi radiatori in ghisa dei primi del ‘900, di grande valore estetico ed energetico è sicuramente l’unica opzione che suggerirei trovandomi in un edificio d’epoca, ed un grande risparmio sui costi di ristrutturazione.
Per quanto riguarda la mia abitazione, i termosifoni sono di quella tipologia moderna decisamente bruttina, ma hanno il grande vantaggio di poter essere spostati e implementati cosi da riadattarsi alla dimensione degli ambienti. Ovvierò al problema estetico disegnando dei mobiletti ad hoc.
Essere un architetto è sicuramente stato un vantaggio nella ricerca della nuova casa, ma se avessi avuto questa mini guida come reminder, di sicuro avrei fatto qualche visita in meno e due conti di più!
Un grazie speciale alle mie amiche Giulia Pane e Radici e Sara L’appetito vien leggendo per avermi fornito tanta ispirazione, oltre al materiale fotografico.
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