Storie di tesi di laurea – I taralli all’olio

La prima volta che ho scoperto l’esistenza dei taralli all’olio stavo preparando la tesi all’università.

Il mio relatore , originario della Puglia, preso da un momento di sconforto perché la progettazione non decollava, minacciò di farmi venire “il culo a tarallo” , se non avessi preso la lode.

Foto dei taralli

taralli all’olio pugliesi

Annuì facendo finta di capire, e incuriosita andai al supermercato per comprare il mio primo palchetto di taralli all’olio, e capire a quale rischio sarei andata incontro.

I taralli e un pò di storia

Di tesi sull’origine del nome ce ne sono molte, quella più’ attendibile farebbe risalire il nome all’etimo greco “daratos” che vuol dire “sorta di pane” .

La diffusione dei taralli invece la racconta Matile Serao nel libro “il ventre di Napoli” descrivendo i “fondaci”, le zone povere della città dove le persone riempivano lo stomaco con i taralli.

Dalla fine del ‘700 i fornai impastavano lo sfrido della pasta del pane e le briciole con la “sugna” (lo strutto) e molto pepe, attorcigliavano a forma di ciambellina e cuocevano in forno insieme al pane.

Foto delle ciambelline di pasta per i taralli

Nell’800 venne aggiunta anche la variante con la mandorla, e cosi il tarallo divenne il pane democratico, perché a accessibile a tutti e simbolo dell’antispreco.

I “tarallini” invece, o taralli all’olio,  più’ piccoli e senza pepe sono Pugliesi, nati probabilmente dal greco “daratos”. Non sono intrecciati come quelli partenopei ma lisci, e meno calorici per la presenza dell’olio al posto dello strutto.

I taralli nei modi dire

Oltre al “colorito” detto del mio relatore, esistono modi di dire che riguardano i taralli ed il loro consumo.

A “tarallucci e vino” perché i taralli, molto pepati, accompagnavano il vino nelle osterie, e quindi sono simbolo di un clima amichevole e di convivialità.

Il tarallo “ciacca” e il tarallo medica” per dire che fa danni e poi li ripara.

Come è finita la mia storia con i taralli all’olio

La tesi andò molto bene , per buona soddisfazione del mio relatore, ma la lode me la sono meritata anni dopo con la ricetta dei taralli all’olio, che non fa che confermare il filo rosso che mi lega alla Puglia.

Taralli all'olio

Tempo di preparazione: 20 minuti
Tempo di cottura: 40 minuti (acqua + forno)
Porzioni : 1 kg

Ingredienti

  • Farina 00 500gr
  • olio extra vergine d'oliva 125 gr
  • vino bianco secco 200ml
  • sale 1 cucchiaino

Preparazione

  1. Preriscaldate il forno a 200°
  2. Impastate la farina con olio sale e vino bianco fino ad ottenere un composto elastico e liscio senza grumi
  3. dividete l'impasto in porzioni e arrotolate dei cilindrati di 8/10cm di lunghezza
  4. create delle ciambelline e chiudete le estremità
  5. mettete a bollire l'acqua immergete e scolate quando verranno a galla
  6. scolate su un panno e posizionate su una teglia con carta da forno
  7. cuocete 30 minuti e lasciate raffreddare

Alternative e suggerimenti

I taralli possono essere in versione aromatizzata, basterà aggiungere finocchietto, peperoncino rosmarino o qualunque spezia voi amiate.

No Replies to "Storie di tesi di laurea - I taralli all'olio"

    Leave a reply

    Your email address will not be published.